Vado a vivere in Sardegna

Le avventure dei Cinghiali Viaggiatori

I cinghiali viaggiatori conquistano l’asinara

Marinai e profumo di mare… Erano le 8 del mattino. Con lo zaino in spalla, il cappello in testa e gli invincibili Crocs, siamo partiti per l’Asinara.

Eravamo felici come due bambini e non avevamo fatto caso alla folla che si spingeva per occupare il posto migliore. Ci siamo allontanati scegliendo i posti all’ombra visto che tutta la gente era andata a prendere il sole dall’altra parte della nave. Ma dopo 15 minuti di viaggio, a 34 gradi e con quella sfera gialla e gigante che usava i suoi raggi come se fossero le fruste, la gente si rese conto di non aver fatto proprio la scelta migliore.

Dopo qualche minuto, da buongustaia che sono, ho annusato come un cane affamato i croissant appena sfornati. Allegriaaa!

Due per favore!

E così, tra baffi di cappuccino e naso zuccherato, il tempo è volato. Dopo poco più di un’ora in mare, la nave è attraccata al molo dell’Asinara.

Qua il tempo sembra si sia fermato. Ogni volta che visitiamo un nuovo pezzo della Sardegna, ci diciamo la stessa cosa: “Questo è il posto più bello che abbia mai visto!” Ecco… l’Asinara lo è per davvero, anzi, e più di un bel posto, è uno spettacolo per gli occhi e per l’anima!

Per visitare tutta l’isola, ti serve la bici o la macchinetta elettrica (quelle scatole di fiammiferi, con le ruote).

Se invece vuoi anche la guida turistica, puoi benissimo optare per i fuoristrada autorizzati (n.b. essendo un parco nazionale protetto, è vietato andare con la propria auto).

Io, da pirata neopatentata e da sedentaria convinta, ho scelto la piccola macchina elettrica. Rossa e sorridente :D.

Posso dire che non ho riso così tanto in vita mia. Nonostante le dimensioni lillipuziane, quel giocatolo ci ha portati ovunque. Strade che neanche col SUV raggiungeresti… Beh, di certo non puoi superare i 30 km/h se non vuoi stravolgerti al primo letame pestato. Ahhh… e in salita parte solo se la spingi. Questo finché non ci siamo resi conto che ci fosse anche un pulsante “boost turbo”). Se non ci credete, alla fine dell’articolo potrete ridere insieme a noi guardando il video.

In questo viaggio abbiamo fatto amicizia anche con una coppia molto simpatica. Ovviamente, non poteva mancare la gara delle macchinette elettriche che mi ha fatto sentire come se fossi sull’autodromo di Monza.

Dopo un’oretta di risate tra tornanti e panorami da sogno, ci siamo fermati nel posto che purtroppo, ha reso famosa l’isola.

Il lazzaretto

Tempo fa, nel ’85, il Governo, invece di valorizzare la zona, ha allungato i propri tentacoli, istituendo un lazzaretto e i pochi abitanti furono allontanati. Addirittura, l’Asinara è rimasta chiusa al pubblico sino al ’99 ed ha “ospitato” nel carcere di massima sicurezza mafiosi come il famoso Totò Riina.

Visitare il carcere fa venire i brividi. Mi sono sempre chiesta come fosse possibile che in un panorama così bello ci fosse un posto così carico di tristezza e orrore…

Di nuovo al mare

Per liberare il cervello da tutta quella negatività, abbiamo ripreso la furia rossa e siamo partiti per Cala Sabina.

Qui, l’acqua è talmente limpida che si possono ammirare i pesci e le creature marine che a me fanno venire una paura terribile. Infatti, ho deciso di non togliere i miei Crocs rosa durante l’immersione, per evitare di toccare qualsiasi essere movente.

Tuttavia, incoraggiata da Luca, mi sono tuffata tra le decine di pesciolini curiosi di vedere una balena straniera. Scodinzolavano contenti facendomi solletico.

Non è facile raggiungere la spiaggia perché per trovarla, devi camminare per un paio di km.

Questa gita ci ha stancati talmente tanto che ci siamo addormentati sotto un albero senza renderci conto di un condominio di formiche.

Il piccolo esercito di insetti si è organizzato per cacciarci via e allora siamo stati costretti ad andarcene. Ci siamo armati con la poca forza rimasta nelle gambe e siamo partiti verso le furia rossa sorridente che ci aspettava tranquilla sotto il sole.

La strada di ritorno

Il viaggio di ritorno è risultato sorprendente. Abbiamo fatto amicizia con delle mistiche creature timide e solitarie: gli asini dell’isola.

Non saranno molto socievoli ma sicuramente un selfie non lo rifiutano. E alcuni di loro sono bianchi… un po’ come gli unicorni.

Arrivati al punto di partenza e sciolti dal caldo, ci siamo fermati al bar vicino al molo per prendere un ottimo gelato. Considerandolo tra i pochissimi punti di ristoro, di sicuro vorrai approfittarne.

Sono rimasti tanti posti ancora da vedere all’Asinara quindi torneremo a breve. Anche perché mi sto preparando come pilota professionista di macchinine elettriche.

Quanto costa

Passiamo adesso alle cose un po’ più serie: i soldi. Vi dico solo che si può essere molto felici anche con due spiccioli in tasca. Vi elenco un po’ i dettagli del nostro viaggio.

In biglietteria ci hanno chiesto poco, forse anche perché una della belle cose che la residenza sull’isola ti offre, è lo sconto nell’acquisto di biglietti di aereo o nave. In due, 15 € andata e ritorno. Per chi invece non è residente, il biglietto costa il doppio.

Abbiamo noleggiato la nostra super-car per 70 € per l’intera giornata. Fidatevi, ne è valsa la pena e l’ingresso nel carcere è gratuito.

Vi consiglio di portare con voi qualcosa da sgranocchiare e dell’acqua perché, essendo zona protetta non troverete tanti servizi di ristorazione (in effetti ci sono solo quello del porto con personale molto gentile e gelato rinfrescante e quello di Cala Oliva).

Alla fine, i cinghiali viaggiatori non sono riusciti a conquistare l'Asinara, ma l'Asinara ha conquistato i loro cuori.

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