Dopo esattamente una settimana dal viaggio di Bosa, abbiamo deciso di tornare per visitare il Nuraghe Appiu o come l’abbiamo chiamato noi: il nuraghe tra cielo e mare.
Come vi dicevo già nell’articolo La città del sole, percorrendo la litoranea Alghero-Bosa, all’altezza di Villanova Monteleone, troverai un cartello che segnala questo bellissimo monumento.
Siamo entrati in una strada stretta che sembrava non finisse più. Dopo qualche minuto abbiamo scoperto che quella non era una semplice strada sperduta nel bosco, ma una verso il cielo. Alla nostra sinistra la vegetazione si apriva, facendo spazio a un panorama quasi paradisiaco.
Il cielo si univa al mare dandoti l’impressione di volare. Perché desiderare le ali quando ti basta una piccola Smart e 6 km di percorso per raggiungere il Nuraghe Appiu?!
Arrivati all’ingresso del parco, siamo rimasti sorpresi della bellezza del posto, molto curato e pulito.
Inizialmente non sapevamo come si leggesse esattamente il nome. Eravamo indecisi tra ” Àppiu” e “Appìu”, un termine che in sardo indica il sedano selvatico molto diffuso nella zona (àpium graveolens).
Nei nostri viaggi abbiamo avuto l’occasione di visitare parecchi nuraghe e vi possiamo garantire che ciascuno di questi è speciale nella propria particolarità.
Questo complesso risale all’Età del Ferro quando gli “ingegneri” estremamente abili, riuscivano a costruire dei veri e propri miracoli di pietra rimasti in piedi anche dopo migliaia e migliaia di anni.
Non staremo qui a descrivere la storia di questo bellissimo parco archeologico. Sono informazioni che potete trovare anche su WikiPedia.
Invece, vi racconteremo la nostra esperienza e quello che i nostri occhi hanno avuto la fortuna di vedere.
Incontri fantastici e dove trovarli
Appena arrivati in questo spettacolare paesaggio dalle infinite tonalità di verde, ci siamo resi conto di non essere soli. Infatti, abbiamo subito notato un bellissimo esemplare di asinello sardo che, con tranquillità, continuava la sua vita indisturbato.
Indisturbato fino a quando non è stato notato anche da Arya che, col pelo dritto come un cinghialetto, ha iniziato ad abbaiare come se fosse la padrona del posto.
Come se non bastasse, un po’ più avanti ci siamo ritrovati di fronte a un bellissimo campo pieno di… mucche. Arya esageratamente frenetica ha iniziato a litigare con una di loro. Questa, in pieno relax-mode, rimuginava in santa pace la sua erba, senza far caso al piccolo elemento di disturbo appena apparso in zona.
A proposito di mucche… ma lo sapevate che sono degli esseri estremamente sensibili, che creano amicizie, che hanno sentimenti e addirittura soffrono se vengono allontanate dalle loro amiche? Ecco, per questo motivo io le chiamo le mucche amiche o meglio: le amucche :))
Lo so che non c’entra nulla con l’articolo, ma ci tenevo raccontarvi questa cosa che a me fa troppo ridere. 😀
Nuraghe 1
Riprendendo la bellissima passeggiata, ci imbattiamo nella prima parte del percorso.
Il nuraghe principale, purtroppo crollato, è circondato da un bellissimo villaggio preistorico. Le capanne presentano tutt’ora delle tracce dove si accendeva il fuoco.
La parte interessante sono gli spazi destinati alla lavorazione dell’ossidiana, un vetro vulcanico formato dopo un rapido raffreddamento della lava. Ci chiedevamo se la utilizzassero per sconfiggere gli White Walkers (gli amanti della serie “Il trono di spade” lo capiranno).
Purtroppo la mancanza di fondi non ha più permesso di portare alla luce tutti i segreti del misterioso villaggio antico.
La seconda parte del percorso avrebbe dovuto portarci alla Tomba dei Giganti.
Un bel sentiero immerso nel verde e… come al solito ci siamo persi. In realtà non ci è dispiaciuto molto considerando il panorama mozzafiato che ci è apparso davanti agli occhi.
Il mare talmente calmo e il cielo che ci si rifletteva dentro, sembravano fusi e l’orizzonte era ormai diventato invisibile. Un fenomeno mai visto prima che ci ha fatti rimanere lì, immobili per qualche minuto per ammirarne la grandezza.
Un paesaggio tra cielo e mare nel quale era difficile distinguere l’uno dall’altro.
Nuraghe 2
Lasciato alle nostre spalle questo maestoso panorama, siamo riusciti a ritrovare la strada giusta.
Sembrava uno di quei sentieri da favola, nascosto in un fitto bosco di querce. Il sole si faceva spazio appena tra i rami verdi. Poi ad un tratto un bellissimo nuraghe monotorre con le rocce ricoperte da licheni e morbido muschio.
Senza pensarci due volte, Arya si è subito infilata dentro come se fosse casa sua.
Sempre lì vicino abbiamo trovato anche la tomba dei giganti. A quanto pare, la leggenda narra che al suo interno siano state ritrovate delle ossa gigantesche. Saranno stati i giocatori di pallacanestro di quei tempi?! Voi cosa ne pensate?
E finalmente, la parte più importante del viaggio, un monumento davvero particolare, un po’ antico, un po’ contemporaneo e mistico allo stesso tempo: il leggendario “Fine percorso” 😀
Immaginandoci un Anubi sardo, protettore delle necropoli e del mondo dei giganti morti, abbiamo ripreso il sentiero imboscato per tornare alla macchina.
Il nostro viaggio è finito così: raccontandoci storie antiche e sognando tra cielo e mare.
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